Chi è stato un bravo atleta sarà anche un bravo allenatore?

"Chi è stato un bravo atleta sarà anche un bravo allenatore". Si sente spesso questa frase ma non è sempre vera perché non basta saper fare una cosa per saperla insegnare. Saper insegnare significa catalogare tutte le conoscenze e competenze acquisite durante il proprio percorso formativo e selezionare soltanto quelle davvero utili per gli atleti.

L'insegnante è un facilitatore che guida l'atleta nel processo di scoperta personale, sollecitando talenti, vocazioni e passioni. Il suo compito non è quello di trasmettere le proprie conoscenze agli altri ma mostrare come si fa e, per farlo, è necessario che assuma il punto di vista del proprio atleta, quindi pensare come lui, capire qual è il suo bagaglio motorio e quali sono le sue difficoltà.

È altresì necessario che l'insegnante torni ad imparare perché insegnare agli altri vuol dire anche saper insegnare a se stessi. Solamente se l'allenatore è cosciente di quanto sia difficile per il proprio atleta un determinato movimento che per se stesso è semplice, allora potrà insegnarlo stando attento a non dare nulla per scontato.

Un altro punto fondamentale è che senza amore non si può insegnare! Un allenatore, oltre ad amare ciò che insegna, deve amare i propri atleti, che siano grandi o piccoli, che siano i migliori o chi ha ancora tanto da imparare. Deve sognare insieme ai propri atleti, deve cucire per ognuno il vestito che più gli si addice e deve immaginare il futuro più bello per loro.

Portare i ragazzi a dire "quello è il mio allenatore" con quell'ammirazione tipica di chi riconosce un insegnante, un maestro dentro e fuori la palestra, è una grande vittoria.



Fonti bibliografiche: 

"L'Agire Didattico" - P.C. Rivoltella, P.G. Rossi (2017);

"Il "mio" allenatore"- R. Mantegazza (2014).  

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