Quanto è importante il rapporto tra atleta e allenatore?
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Essere allenatore per me significa stare accanto ai miei atleti, camminare insieme, prenderli per mano e accompagnarli per tutto il loro percorso. Significa chiedere "come stai?", "com'è andata a scuola?" e ascoltare realmente le risposte. Significa poter parlare di qualsiasi cosa, anche al di fuori della palestra e dello sport e questo ha ripercussioni importanti sull'allenamento e sulle prestazioni sportive perché incrementa la motivazione. In questo modo, infatti, gli atleti hanno più piacere ad andare in palestra e sono più disponibili a sopportare i carichi di allenamento perché si sentono i protagonisti del lavoro che si sta svolgendo.
Essere allenatore significa gioire e soffrire con e per gli atleti, consolarli nel momento del bisogno, costruendo tassello dopo tassello, un rapporto stabile e duraturo nel tempo.
Il più delle volte gli atleti, specialmente ad alti livelli, trascorrono più tempo in palestra che a casa o con gli amici e quindi noi allenatori diventiamo i loro confidenti, i loro migliori amici o quasi dei genitori. Siamo delle figure di riferimento e abbiamo l'importante compito di prenderci cura di loro.
I nostri atleti, però, sono altrettanto importanti per noi perché ci aiutano a crescere e migliorare sia dal punto di vista sportivo che personale tramite i loro feedback durante gli allenamenti e i confronti. Impariamo tanto da loro, anche senza accorgercene e, a volte, sono proprio loro la nostra fonte di ispirazione per ideare, per esempio, un nuovo esercizio durante l'allenamento o per scegliere una musica.
Quando mi chiedono come mai abbia smesso di fare sport a 17 anni e se mi manca allenarmi, io rispondo che vivo la ginnastica attraverso gli occhi e i movimenti delle mie atlete.
CLAUDIA COSTA